fbpx REPORT GIORNATA IGF - 10 NOVEMBRE 2021 | Camera di Commercio di Cosenza

REPORT GIORNATA IGF - 10 NOVEMBRE 2021

La  seconda  giornata di questo internet governance forum italiano è partita con una sessione sulla strategia di cybersecurity italiana e, in tale contesto, sul ruolo della nuova Agenzia per la cybersicurezza anche rispetto alla protezione dagli attacchi informatici. Si sono dunque illustrati i ruoli e le competenze del  COPASIR, con l’intervento del Presidente Urso del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica che si occupa di controllo, di garanzia e di impulso politico non solo sull'azione di intelligence ma anche sugli aspetti di sicurezza nazionale.  La Responsabile Unità per le politiche e la sicurezza dello spazio cibernetico del MAECI, Laura Carpini , ha evidenziato l’aspetto internazionale della sicurezza cibernetica (che valica le frontiere nazionali). Durante la sessioni sono inoltre intervenuti  Ivano Gabrielli della Polizia Postale, Pierluigi Paganini, componente dell’Agenzia europea  per la cybersicurezza e Roberto Baldoni, direttore dell’Agenzia nazionale per la cybersicurezza nazionale. Questi interventi, hanno tutti evidenziato l’importanza  della cooperazione tra stakeholder pubblici e privati, e del coinvolgimento  bottom up dei cittadini e della società civile (sul modello IGF). Roberto Baldoni, che ha chiuso la sessione, ha altresì evidenziato l’aspetto multidisciplinare della policy per la sicurezza (dal BIT fino ad arrivare alle tematiche di geopolitica strategica). Per governare il settore servono, dunque, professionisti con competenze diverse (informatiche, giuridiche, economiche, sociologiche ecc). Ma è altresì importante risolvere il problema legato alla parità di genere: sono infatti ancora troppo poche le donne presenti nel settore.

IGF ha poi ospitato una sessione intitolata Digital Lab: la comunicazione digitale per un rapporto di qualità con i cittadini  moderata da Giulia Raganelli con Francesco Di Costanzo; Roberto Zarriello e Simona Bellocci. Il Digital Lab è un percorso di divulgazione e formazione di livello nazionale che si occupa di approfondire temi come brand journalism, glocal news, storytelling, content marketing, e competenze digitali, con la partecipazione di docenti, giornalisti, comunicatori, social media manager ed esperti di comunicazione ed informazione, ma non solo. Durante la sessione è stato sottolineato come la trasformazione digitale sia strettamente collegata ad una comunicazione di qualità attraverso le piattaforme digitali. Il Web, i social, le chat, l’intelligenza artificiale sono strumenti ormai di largo utilizzo anche per il settore pubblico. Pertanto è stata sottolineata da una parte la necessità di investimenti sulle competenze e sulle professionalità e dall’altra una organizzazione del lavoro che tenga conto delle nuove competenze e delle innovazioni derivanti dalla trasformazione digitale.

La sessione I nuovi spazi per il lavoro da remoto. Un'infrastruttura per il sud  ha messo in evidenza, attraverso l’analisi e il racconto di casi concreti, le opportunità delle nuove forme di organizzazione del lavoro con la modalità da remoto assieme alle opportunità di scalabilità e replicabilità al Sud interrogandosi su alcune domande: 1) come è possibile sfruttare la pandemia per provocare un cambiamento positivo nel mondo del lavoro? 2)se il salto che è stato fatto con la pandemia ha aumentato i lati negativi (individualizzazione crescente del lavoro) oppure rimarcato gli aspetti positivi (socializzazione del lavoro)? I relatori Piero De Chiara, Maria Anna Falvella, Laura Barreca, Chiara Cacciotti, Filippo Spanu, Lucia Moretti, Giulio De Petra hanno portato le loro esperienze personali, parlando della necessità di costruire non solo un nuovo modello lavorativo originale che possa essere funzionale per il sud, ma portando esempi concreti di creazione di spazi di coworking. Il modello presentato come più valido è quello delle officine territoriali, ovvero un nuovo modello di luoghi per lo smartworking, facilmente raggiungibili, attrezzati e accessibili, per consentire al meglio il lavoro agile, e che permettano altresì ai lavoratori di trovare postazioni, servizi, accoglienza.

Il panel  LE CITTÀ E I TERRITORI DI NUOVA GENERAZIONE: COMPETENZE OLTRE LA COMFORT ZONE ha avuto come argomento centrale il tema delle smart cities; ci si è interrogati su quali saranno le competenze e le infrastrutture che diventeranno essenziali nella gestione delle smart cities, nel contesto post-pandemico. In tal senso, Stefano Rossi ha condiviso con noi i risultati del progetto Smart DevOPs, il quale si è occupato anche di individuare figure professionali necessarie alla realizzazione dei territori smart elaborando un percorso formativo a loro dedicato. Gli interventi di Maria Vittoria Castellani, Monica Sebillo e Andrea Taramelli hanno declinato il tema della smart cities da una prospettiva geospaziale, illustrando il ruolo della comunità nazionale della Earth Observation, del progetto Copernicus e concentrandosi nell'analisi e nell'identificazione di nuovi profili professionali per il geografo digitale.

Sempre in mattinata si è svolta una sessione moderata da Giacomo Mazzone in cui il  dottor Klaus Unterberger ha presentato il PUBLIC SERVICE MEDIA AND PUBLIC SERVICE INTERNET MANIFESTO. Il Manifesto indirizza tre questioni fondamentali. La prima riguarda la necessità di mettere in discussione il potere e il controllo esercitato dalle big tech sulle infrastrutture di comunicazione digitale, perché gli utenti della rete devono essere considerati come veri e propri cittadini e non semplicemente come dei consumatori. Il secondo punto riguarda l’utilizzo e l’abuso dei dati degli utenti da parte delle Big tech le quali sono inseriti in logiche economiche e di monetizzazione che spesso sono contrari all’etica ed ai diritti degli individui. Terzo punto è la necessità che si venga a  configurare da parte dei media di servizio pubblico una posizione centrale e di controparte rispetto alle grandi corporations. L’obiettivo del manifesto è di rappresentare il primo passo verso un nuovo internet realmente pubblico. La discussione ha visto poi confrontarsi in una tavola rotonda Erik Lambert; Vincenzo Vita e Francesca Bria. Tutti hanno espresso interesse e sostegno verso il Manifesto e proposto questioni importanti legate principalmente alla fattibilità dello stesso sia da un punto di vista pratico (e.g. prontezza delle infrastrutture italiane, necessità di maggiori incentivi ed assunzioni di esperti) e sia più “astratto” (sottolineando, tra l’altro, la necessità di utilizzare una nuova terminologia quando si parla di servizio pubblico, interrogandosi sulle conseguenze di uno scenario che vede i public service media protagonisti nella rete).

Durante il workshop Internet Bill of Rights si è invece discussa della centralità dei Diritti Umani all’interno dell’ecosistema internet e di come le varie legislazioni nazionali si stiano muovendo a tal proposito. I principali paesi dell’Eurozona stanno promuovendo delle legislazioni interne in merito alla Rete, prendendo come modello di riferimento proprio l’Italia che è stata tra i primi paesi a sollevare il problema, e stanno cercando al contempo di creare una sinergia europea per una legislazione univoca sui Diritti Digitali. Questo percorso non è certamente facile, a causa sia della complessità degli argomenti trattati sia delle differenti normative attualmente esistenti in vari Stati sull’uso di Internet le quali dovrebbero essere faticosamente conciliate tra loro. Il dibattito dunque è aperto ed è work in progress ma vi è un generale sentimento di fiducia e questo perché la società civile europea è interessata all’argomento ed ha voglia di esserne partecipe.

Nel pomeriggio abbiamo seguito con interesse la sessione intitolata PIATTAFORME ED ALGORITMI: ANALISI, PRINCIPI E STRUMENTI DI TUTELA. L'argomento della tavola rotonda ha riguardato, appunto, la delicata tematica dell'uso degli algoritmi da parte delle piattaforme e le conseguenze su consumatori e operatori commerciali. In particolare, sono state trattate le problematiche che ruotano attorno a tali meccanismi e le conseguenze, spesso incontrollate, sui diritti e le libertà delle persone fisiche (in particolare in riferimento al diritto alla privacy). A seguito dell’introduzione di Andrea Spedale che ha offerto una panoramica sulle piattaforme, sui relativi funzionamenti e sulle dinamiche degli algoritmi utilizzati, sono state poi esaminate le conseguenze ed alcuni casi pratici specifici da Silvia Martinelli, Pierluigi Perri e Andrea Boscaro. Si è discusso degli strumenti a tutela degli interessati tramite il Regolamento per la regolamentazione delle piattaforme che ha introdotto la mediazione specialistica, e ne è stato illustrato lo stato dell'arte. La discussione ha determinato diverse constatazioni: la prima è che la raccolta del dato non è sempre un male se accompagnata da un uso consapevole da parte degli operatori commerciali e può anzi giovare ai consumatori. E’  emerso anche il tema dell’opacità delle piattaforme e del loro potere di mercato, che le configura come dei veri e propri walled garden. Si è infine constatato che se anche gli strumenti per livellare le differenze di peso tra le piattaforme e gli operatori commerciali esistono, questi non sono però sempre semplicissimi da applicare. Viene quindi chiesto ai legislatori una particolare attenzione a questo aspetto.

Nella sessione sui CRITERI DI APPLICAZIONE DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE ALL’E-COMMERCE  ci si è focalizzati sulla crescente importanza dell’uso degli algoritmi da parte delle aziende ed al contempo a fornire un'idea generale del funzionamento  in un campo in cui le  preoccupazioni della società civile sono all’ordine del giorno. Sono intervenuti nella discussione Pierluigi Perri; Manuela Borgese; Devid Jegerson; ed Enrico Gregorio. Il principio di base che si è venuto a delineare è che lo sviluppo tecnologico non può prescindere da una dimensione Etica del fenomeno. La dignità umana deve essere sempre al centro del processo, sia per la tutela dei dati personali degli utenti sia per la tutela delle stesse aziende al fine di evitare che un uso imperfetto o poco sviluppato degli algoritmi possa ritorcersi contro e quindi ostacolare la crescita economica. L'Unione Europea ha gettato le basi per una regolamentazione dell’Intelligenza Artificiale in questo settore, ancora in fase embrionale, sapendo che l'approccio multi stakeholder in questo ambito è cruciale per un organico sviluppo dello stesso.

Nella sessione intitolata CYBERSECURITY: IL LATO OSCURO DEL DIGITALE, sono intervenuti Gianluca Chirico, Renato Salvatore Marafioti, Egidio Francesco Cipriano, Antonio Luciano Battaglia, Fabrizio Salmi e Federico Saporiti. Scopo del workshop è stata l’individuazione di una nuova impostazione che possa contribuire ad una efficace difesa di privati ed aziende dagli attacchi informatici. Particolare rilievo è stato dato al problema della digital literacy e delle competenze digitali, sottolineando come l’elemento umano sia il fulcro su cui è necessario intervenire, informando e guidando le aziende verso un approccio più proattivo e attento alla sicurezza informatica.

Il workshop IL VALORE DELLE DIGITAL SKILLS: COME PREPARARSI ALLA TRASFORMAZIONE DIGITALE, ha affrontato il tema delle ICT come strumento fondamentale attraverso cui favorire l’inclusione sociale e la cittadinanza attiva per una maggiore e più efficace partecipazione ai processi democratici. Al Workshop hanno preso parte: Gianluca Chirico, Renato Salvatore Marafioti, Carlo Tiberti, Paolo Schgor, e Adele Tramontano. Particolare rilevanza è stata data al concetto di competenza digitale, soffermandosi su quali siano le strategie e gli strumenti più efficaci per formare non solo le nuove generazioni ad un utilizzo consapevole degli strumenti digitali, ma per preparare e sostenere i lavoratori già inseriti nel tessuto economico del paese.

Il workshop dedicato a SICUREZZA E CYBER BULLISMO, moderato da Manuela Luciana Borgese, ha visto gli interventi di Renato Salvatore Marafiori, Egidio Francesco Cipriano, Antonio Luciano Battaglia, Anna Vaccarelli e Carlo Tiberti. Scopo del workshop è stata la sensibilizzazione delle realtà coinvolte e l’individuazione delle strategie preventive, basate su pratiche educative nell’ambito delle istituzioni scolastiche, che possano contribuire a controllare il fenomeno del cyberbullismo. Fulcro di questa strategia è la promozione di una cultura della sicurezza, che aiuti a sviluppare competenze specifiche, e che sia particolarmente attenta al fattore umano.

Durante la sessione PRESENZA SU INTERNET DELLA REVISIONE LEGALE DELLE IMPRESE moderata da Giuseppe Spizzirri con gli interventi del professor Francesco Rubino e di Ciriaco Monetta sono state presentate le esperienze di diverse imprese e quella di vari revisori legali, mettendo a confronto la revisione delle imprese private con quelle degli enti pubblici e sono stati discusse alcune questioni legate alla a) presenza su internet di siti dei bilanci delle imprese e degli enti pubblici; b) utilizzo dei social media per presentare i bilanci sociali e quelli partecipati; c) iniziative per la promozione del bilancio sostenibile; d) ruolo delle istituzioni e del settore privato nell’apprezzamento del lavoro dei Revisori Legali.

La sessione intitolata Quantum Security: dalla prima sperimentazione pratica italiana agli scenari applicativi futuri  ha avuto come obiettivo quello di offrire una maggiore consapevolezza sul tema delle applicazioni quantistiche alle comunicazioni, con particolare attenzione allo stato dell'arte e agli scenari applicativi. Durante la sessione, moderata da Leonardo Camiciotti con Ferdinando Ricchiuti; Guglielmo Morgari; Matteo Frittelli, Paolo Comi e Davide Calonico, si è discusso principalmente di Quantum Key Distribution ovvero una nuova applicazione della meccanica quantistica al fine di garantire comunicazioni sicure. La QKD abilita due parti a produrre e condividere una chiave segreta casuale disponibile esclusivamente a loro che viene utilizzata per cifrare e decifrare i loro messaggi. La sessione ha offerto non solo un inquadramento teorico ma ha anche presentato prospettive e risvolti pratici nello sviluppo della tecnologia che in futuro diventerà probabilmente largamente diffusa. Problemi si profilano in termini di costi dell’infrastruttura e gestionali e nella scarsa domanda, di questa tecnologia, da parte del mercato.

Durante la sessione sulla Presenza su internet di minoranze linguistiche e culturali è stato più volte sottolineata la necessità di una attenzione alle minoranze che vada al di là delle semplici tutele legali dello Stato Italiano e che tengano anche conto delle vere ed effettive diversità locali, su come l’interazione con internet abbiano dato loro nuove opportunità di rinascita ma, al contempo, anche nuove preoccupazioni su come affrontare la sfida del recupero linguistico in un mondo globalizzato. Vi è tuttavia la speranza che le nuove tecnologie e le opportunità offerte dalla modernità possano fornire alle giovani generazioni una maggiore volontà di partecipazione su un argomento cosi rilevante all’interno dell’ecosistema internet.